Sono del tutto d'accordo con quanto ha scritto Stefano.
Aggiungo un altro punto.
A pagina 3 (prima colonna) si legge:
CITAZIONE
L'aspetto che qualifica la rete bibliotecaria lombarda è sicuramente la cooperazione e la centralizzazione dei servizi
Si parla di cooperazione e centralizzazione come se fossero due termini con uno stretto legame tra loro, al punto da utilizzare addirittura il singolare ("L'aspetto che qualifica [...] è [...]" invece che "Gli aspetti che qualificano [...] sono [...]" come sarebbe lecito aspettarsi).
In realtà logica e storia indicano semmai la direzione opposta.
Per quanto riguarda la rete delle biblioteche della provincia di Como, se la cooperazione è stata il punto forte del nostro lavoro, la centralizzazione ne è stata un grosso limite, in particolare sotto due aspetti.
- Centralizzazione delle decisioni.
Le decisioni relative alla rete provinciale delle biblioteche sono state prese dalla Provincia consultando solo i coordinatori dei sistemi bibliotecari. I comitati tecnici, composti dai bibliotecari che concretamente svolgono il lavoro nelle biblioteche, sono stati esclusi. E' chiaro che una programmazione che prenda sul serio la cooperazione (e il buon funzionamento delle biblioteche) non può prescindere da una rivalutazione dei comitati tecnici come sede delle decisioni tecniche.
- Centralizzazione della catalogazione.
La teoria che "il servizio di catalogazione [...] gestito al livello organizzativo più alto" garantisca "la massima efficienza" (uso le parole del programma triennale) è tutta da dimostrare. L'esperienza della provincia di Como sembra mostrare il contrario. Nonostante il catalogo collettivo provinciale sia attivo da tempo continua ad essere molto "sporco". La colpa non è dei catalogatori (ci tengo a precisarlo), ma resta il fatto che la cosa non funziona. Se i bibliotecari che sanno catalogare avessero la possibilità di metterci mano (cooperazione vs centralizzazione), la situazione migliorerebbe parecchio.