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| Ancora Giuseppe Leoni in prima pagina su "La Provincia". Nel numero del 20 agosto 2010 un riquadro in basso a sinistra annuncia che a pagina 43 c'è un articolo su "L'incombustibile" venuto da Parè. A pagina 43 si trova infatti l'articolo Le illusioni di Lionnet "infiammarono" i lumi di Paolo Bernardini, docente di storia moderna all'Università dell'Insubria. Ne citiamo qualche passaggio: CITAZIONE Nella Francia napoleonica [...] uno dei maggiori illusionisti fu Giuseppe Leoni, nativo di Parè [...]. Di Leoni aveva parlato Giorgio Castiglioni in occasione del bicentenario del suo ritorno a Como nel 1808; e ora lo sta studiando la mia allieva all'Insubria Elisa Bianco. Castiglioni, bibliotecario di Parè, è grande esperto di uomini incombustibili; ve ne furono prima, ma soprattutto dopo Leoni: il polacco Kolishki, presentato proprio da Il Corriere del Lario nel lontano 1856, erede naturale di Leoni, morto (combusto?) già da tempo. Verrà ampiamente bollato di ciarlataneria, o "ciurmatore", la nostra torcia umana parediense. [...] Leoni operò in Francia, principalmente. Ma quando venne a Como nel 1808 molti parlarono di lui, anche perché ebbe una straordinaria idea di marketing: donare in beneficenza ai propri concittadini gli incassi dello spettacolo. [...] vorrei ricordare un altro giornalista scientifico del tempo, che per Leoni prese grande interesse: Carlo Amoretti [...] che a Como è legato tra l'altro da uno studio fondamentale, sui tre laghi italiani. Pubblicato nel 1801. Naturalmente espressero la loro scettica opinione Volta e Giovio, ma anche vari autori napoletani, ché anche a Napoli Lionnet si esibì, con gran concorso di pubblico. [...] [...] Se Leoni era in grado di sopportare temperature altissime, non era il caso forse di studiare le sue tecniche, i suoi trucchi, proprio nel momento in cui [...] si cominciava ad avvertire la necessità di creare corpi di pompieri? [...] Leoni merita un bel libro. [...] [...] Da Parè a Parigi, Leoni brucia e sopravvive. O almeno ci prova. Dargli l'etichetta di «ciarlatano comasco» come ha fatto Piero Gambaccini in un libro del 2000 (I mercanti della salute) poco giova alla storia, anche della scienza. Lionnet morì bruciato? Una traccia la dà Auguste Debay, medico divulgatore e appassionato di umane mostruosità, che in un libro del 1862 Historie [errore di stampa per Histoire, ndr] naturelle de l'homme et de la femme, parla di un incombustibile che si fa chiudere in un forno, non preparato da se stesso, e che ne viene tirato fuori semi mummificato. Ma sarà Leoni? [...]
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