Ciao Mr Tipps e ciao Silvia,
grazie per la risposta e l'attenzione.
e anche per il riferimento alla "limpidezza"... per una comunicatrice è un bel complimento
a parte gli scherzi, volevo dire un paio di cose, anche per giusta chiarezza, appunto. (magari stavolta farò un macello di parole, invece, ahah).
Spero di non dilungarmi troppo, e mi rendo conto che forse rischio di uscire un po' dall'argomento... proverò a non farlo, prometto
E mi rendo conto che potrei bufalare io, involontariamente, nel senso che quello che dico è esperienza personale, non parlo da psicologa e quindi sono solo mie impressioni.
la prima cosa che voglio dirti, Silvia, è che hai assolutamente osato benissimo, nel senso che il punto centrale secondo me era proprio quello: "rendersi conto che le situazioni si possono affrontare in modo diverso". Io nelle citazioni ho letto questo, non tanto il fatto di per sè di contare al contrario eccetera.
E trovo che quello, se passa, sia un messaggio importante, perché molte persone, metaforicamente, tutti i giorni vanno a lavorare facendo la stessa strada accidentata, piena di lavori in corso, in mezzo allo smog, provando grosse dosi di frustrazione sia per l'atteggiamento che ricevono dagli altri... automobilisti, sia per la loro reazione che non li "soddisfa", se non sul brevissimo termine, o a volte manco quello... ciò credendo assolutamente di fare prima facendo quella strada o pensando che non ce ne siano proprio altre per arrivare al lavoro...
"rendersi conto che le situazioni si possono affrontare in modo diverso" esprime, per me, il concetto che invece ci sono altre strade, e non è scontato dover percorrere quella accidentata, o per forza sempre nello stesso modo.
Semplicisticamente (!!!), la cosa bella, quando sperimenti altre strade, è che a volte le persone intorno continuano a funzionare nello stesso identico modo perché appunto "funzionano così" e sul funzionamento degli altri non puoi intervenire (ma a te frega molto meno, perché ti senti molto meno frustrato tu), ma altre volte scopri che pure loro si mettono a funzionare in modo diverso, ricevendo un imput diverso. Però, appunto, alla base non c'è il voler cambiare il funzionamento degli altri (si arragino) ma intervenire positivamente sul proprio.
Che è diverso dal sapere che tirare un cazzotto non è bello, o che "scappare" in bagno fa risparmiare più energie rispetto a lanciarsi vicendevolmente delle fatture rilegate...
E' qualcosa in più. Però mi rendo anche conto che non è facilissimo spiegare la differenza :O
Come ho già detto non solo non sono una strizzacervelli, ma non saprei neppure etichettare il tipo di approccio sul quale è stato impostato il lavoro che ho fatto. Misto, credo.
Però ecco volevo solo testimoniare perché io ho letto qualcosa di diverso in quelle citazioni.
Con Mr concordo assolutamente sul fatto che è "terrificante" quando qualcuno ti dice, per averti visto 5 minuti e per come ti soffi il naso, che sa chi sei. Queste sì sono boiate, molto fastidiose, peraltro. e anche pericolose, perché proprio perché non sai con chi sai parlando potresti anche andare a toccare i punti deboli di qualcuno. Diventa ancora più pericoloso quando a lanciare etichette arbitrarie, che possono essere bombe a mano, è qualcuno che è investito di un certo ruolo.
Però non sempre le informazioni brevi sono banali/arbitrarie/semplicistiche. A volte sono informazioni che nella loro brevità dicono effettivamente qualcosa di interessante/utile.
Intendo dire che non bisogna sempre diffidare di ciò che appare semplice
Torno da Silvia sulla frase:
@forse l'unica strada è che quando si legge un articolo divulgativo il lettore dovrebbe ricordare che quello è solo un piccolo estratto, per nulla esaustivo, di quanto accade in realtà nello studio di uno psicologo...
in generale il mio approccio, quando leggo qualcosa, è questo. Se l'argomento mi interessa - oppure ho qualche dubbio - vado a cercare di saperne di più, in modo più ampio. Mi ha dato gli imput per approfondire eventualmente. O mi rendo conto, se si parla di un'operazione al cuore, che quello che accade in sala operatoria, e prima e dopo l'operazione, è un mondo ben più ampio, con variabili ecc ecc.
Forse, però, sia per indole che per deformazione professionale so che sono di fronte ad un estratto, in generale, visto che il mio lavoro è anche estrarre. Magari non è così per tutti, ed è anche logico che sia così?
scusate il brodo lungo, baci