Diete

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Fljll Flòi
view post Posted on 21/6/2013, 15:06




"Altroconsumo" ha fatto una valutazione delle diete più popolari su riviste e in libri.
Su 15 diete prese in considerazione, solo una (Carb Lover's) è valutata buona e tre accettabili. Sei, tra le quali le note diete Scarsdale, a zona e Tisanoreica, sono ritenuti mediocri e cinque, tra la molto di moda Dukan, la dieta dei gruppi sanguigni e la paleodieta, sono reputate pessime.

Sulla dieta Dukan, "Altroconsumo" scrive che "L’apporto di fibre durante la fase di crociera è rappresentato solo dalle verdure, che non sono sufficienti al raggiungimento del fabbisogno giornaliero e nella fase di attacco le fibre sono assenti. [...] Carboidrati e proteine sono sbilanciati [...] L’apporto di grassi è anch’esso sbilanciato a favore di grassi di origine animale e quindi prevalentemente saturi [...] si rischia una carenza di vitamine e sali minerali" e conclude che porta all'"acquisizione di abitudini nutrizionali che risultano scorrette" e che "Se protratta nel tempo può rappresentare un rischio per la salute", oltre ad avere un costo elevato.

La dieta dei gruppi sanguigni, ideata da Peter D'Adamo e in Italia propagandata specialmente da Mozzi, è "basata su teorie prive di fondamento scientifico" secondo le quali un diverso gruppo sanguigno richiederebbe una diversa alimentazione e su questa base non scientifica esclude per ogni gruppo sanguigno un gruppo di alimenti, con conseguenze non salutari.

La paleodieta, inventata da Loren Cordain, è "basata sull’alimentazione che, secondo questa teoria, l’uomo primitivo delle caverne seguiva nel periodo precedente la scoperta dell’agricoltura". Anche questa dieta porta ad "abitudini nutrizionali scorrette" e "a lungo termine può rappresentare un fattore di rischio per la salute".

* Una dieta per dimagrire: ma quale scegliere?, Altroconsumo.it, 3 aprile 2013:
www.altroconsumo.it/alimentazione/dimagrire/speciali/diete
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 25/7/2013, 10:09




Il Corriere.it riferisce le considerazioni della biologa Marlene Zuk (ndr: Marlene, non Marianne come è scritto nell'articolo) sulla "paleodieta". In sostanza, riassume l'autrice dell'articolo Elena Mell, "è sbagliata e pure impossibile da seguire per davvero, perché né l'uomo né le specie animali e vegetali sono più le stesse rispetto a decine di migliaia di anni fa" e "la paleo-dieta è una paleo-fantasia, come dice la Zuk: vivere mangiando solo i cibi disponibili prima che imparassimo a coltivare i campi è un'illusione e non garantisce per forza una buona salute".

* Elena Mell, Perché è impossibile (e inutile) seguire una «paleo-dieta», Corriere.it, 24 luglio 2013:
http://www.corriere.it/salute/nutrizione/1...feae20fe9.shtml
* Neal Ungerleider, Should You Be Eating Like A Caveman, Or Has Your Stomach Evolved?, Scientific American.com, 16 aprile 2013 (recensione a Paleofantasy di Marlene Zuk):
http://www.scientificamerican.com/article....caveman-2013-04
 
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Mah
view post Posted on 26/5/2015, 23:07




Lunedì 25 maggio 2015 si è tenuto presso la biblioteca comunale di Como l'incontro Tumori e alimentazione: si può prevenire e si può curare con il cibo?.
Anche se il titolo a prima vista potrebbe lasciar perplesso chi è abituato ai tanti (troppi) proclami su questo o quell'alimento miracoloso nel prevenire il cancro o sulla dieta miracolosa per curarlo, si trattava di una conferenza serissima, con interventi basati sui dati scientifici. Il merito di averla proposta è dell'Unità operativa oncologica dell'ospedale Sant'Anna di Como e dall'Associazione Centro di riferimento oncologico Tullio Cairoli.

La prima relatrice della serata è Monica Giordano, oncologa e direttrice dell'unità operativa di oncologia del Sant'Anna.
La relatrice dice che gli studi consigliano di limitare il consumo di carne rossa e di pesci di grandi dimensioni. Precisa, però, che gli studi che invitano a fare attenzione alla carne rossa sono statunitensi e in quella nazione si mangiano porzioni molto abbondanti e ci sono metodi di trattamento e di cottura delle carni diversi da quelli in uso in Italia e dunque si deve fare attenzione nel trasferirli nella situazione italiana.
Per quanto riguarda i latticini, la dottoressa Giordano riferisce che un consumo adeguato, secondo gli studi, diminuisce del 30% nelle donne la probabilità di contrarre un tumore all'intestino. L'ipotesi che il consumo di latticini fosse nocivo in relazione al cancro alla prostata è stata smentita da studi successivi (la slide della relatrice citava l'ampio studio di coorte di Andreas Pettersson et al., Milk and Dairy Consumption among Men with Prostate Cancer and Risk of Metastases and Prostate Cancer Death, "Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention", marzo 2012, pp.428-436).
La relatrice menziona la proprietà antiossidanti di tè verde, curcuma, melograno, selenio, brassicacee.
La dottoressa Giordano conclude la relazione ricordando che le conclusioni proposte dagli studi sono discusse e non sono al momento ancora decisive.
(Nota redazionale: il nostro inviato purtroppo è potuto arrivare solo a conferenza già iniziata: si è quindi potuto riferire, qui sopra, solo della parte finale dell'intervento della prima relatrice della serata)

La seconda relazione della serata è stata quella di Giuliana Mura, medico nutrizionista del servizio di dietologia e nutrizione clinica dell'azienda di servizi alla persona IMMeS e Pio Albergo Trivulzio.
La dottoressa Mura ha fatto riferimento alle raccomandazioni del Word Cancer Research Fund International, frutto di una collaborazione internazionale con una cinquantina di centri (tra i quali l'italiano Istituto nazionale dei tumori) e basate sulle prove più solide.
La prima raccomandazione è quella di mantenersi snelli: l'obesità è il maggiore fattore di patologie tumorali e aumenta il rischio di tumore alla mammella (in età post-menopausale), all'intestino, al seno, all'endometrio, al rene, all'esofago, al pancreas, alla cistifellea.
La valutazione del peso può essere fatta con l'indice di massa corporea (body mass index, BMI) che si ottiene dividendo il peso (espresso in kg) per il quadrato dell'altezza (in metri). Chi non voglia fare calcoli, può usare una tabella in cui sono riportate su un asse le altezze e sull'altro i pesi, come quella qui sotto (da Wikimedia Commons):
500px-BMI_grid_it.svg
La relatrice nota che un limite della misurazione del BMI è che non distingue tra il peso dei muscoli e quello del tessuto adiposo e se quest'ultimo è "a mela" (ovvero soprattutto sull'addome: è il caso peggiore) oppure "a pera" (soprattutto sui fianchi).
Altra misura che si può fare è quella della circonferenza della vita: le donne non dovrebbero superare gli 88 cm (ma meglio sarebbe stare sotto gli 80) e gli uomini non dovrebbero andare oltre i 102 cm (meglio sarebbe sotto i 94).
Il tessuto adiposo, ha spiegato la dottoressa Mura, influisce sul metabolismo favorendo la trasformazione di cellule sane in cellule neoplastiche.
Un secondo consiglio è quello di fare attività fisica tutti i giorni. Una camminata di almeno 30 minuti al giorno riduce il peso e quindi il rischio tumorale.
La relatrice cita il recente studio di coorte di Susan G. Lakoski et al., Midlife Cardiorespiratory Fitness, Incident Cancer,
and Survival After Cancer in Men
, "JAMA Oncology", 2015, pp.231-237, che una migliore fitness cardiorespiratoria porta a minore incidenza e mortalità dei tumori ai polmoni e al colon-retto (non è stato invece riscontrato un vantaggio per il tumore alla prostata).
La terza raccomandazione è di limitare i cibi con molte calorie, come i prodotti dei fast food e i pasti pronti, sconsigliati dalla relatrice anche per l'abbondanza di grassi saturi, olio di palma, sale), dato che fanno aumentare il peso e, per lo stesso motivo, evitare bevande zuccherate. La dottoressa Mura ricorda che la scritta "senza zuccheri aggiunti" che si può trovare sull'etichetta dei succhi di frutta non significa che non ci siano zuccheri, dato che ci saranno comunque quelli della frutta. La relatrice consiglia invece di bere acqua e tè o tisane senza zucchero.
Il quarto suggerimento invita a consumare cibo di origine vegetale: cereali, legumi, verdura, frutta. La relatrice propone come esempi piatti come riso con piselli e polenta con lenticchie. La quantità consigliata è di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, variando le qualità (si può seguire la regola empirica di vedere i diversi colori) e seguendo la stagionalità. Non si può dare una raccomandazione specifica su un frutto o su una verdura in particolare: ce ne sono tanti (tenendo conto che, per quanto si tratti di alimenti salutari, l'eccesso può dare effetti negativi).
Quinta raccomandazione: limitare il consumo di carni rosse ed evitare la carni conservate (carne in scatola, salumi, prosciutti, ecc.). Il limite massimo dovrebbe essere di 500 grammi alla settimana: meglio se non si superano i 300. La relatrice cita il recente studio di Zu Yao e Zhong Tian, Dyslipidemia and colorectal cancer risk: a meta-analysis of prospective studies, "Cancer causes and control", 26 : 2 (2015), pp.257-268, che porta alla conclusione che la dislipidemia è correlata a una maggiore probabilità di tumore del colon-retto. La riduzione del colesterolo, dice la relatrice, toglie "nutrimento" alle cellule tumorale.
La dottoressa Mura indica un'altra conseguenza benefica: il miglioramento della flora batterica intestinale. Con il passaggio a una dieta migliore, aggiunge, bastano due settimane per avere risultati positivi.
Sesto punto: limitare le bevande alcooliche. Ci sono studi che sostengono che un bicchiere di vino al pasto possa avere effetti positivi per il cuore, ma andare oltre porta invece rischi per la salute. Si invita quindi a non superare la quantità di un bicchiere per gli uomini e di mezzo bicchiere per donne e anziani. L'alcool inoltre porta molte calorie.
Settimo consiglio: limitare l'uso del sale e i cibi sotto sale. La quantità giornaliera assunta dovrebbe stare sotto i 5 grammi, somma che quasi si raggiunge già con il sale contenuto negli alimenti senza aggiungerne. La relatrice non ritiene convincente l'enfasi posta spesso sul bere acqua povera di sodio: l'apporto di sodio dato dall'acqua, spiega, è comunque minimo rispetto a quello che si prende dal pane e da altri alimenti.
Ottavo punto: con un'alimentazione varia, non servono integratori di vitamine, sali ecc. se non in casi particolari. L'assunzione di integratori come misura per contrastare l'insorgenza del cancro, spiega la relatrice, non è consigliata. In ogni caso, si deve evitare il "fai da te" e rivolgersi al medico. Nello spazio per le domande del pubblico al termine delle relazioni è stato aggiunto che l'unica vitamina che, pur con una dieta varia, risulta carente su larga scala in Italia è la vitamina D. Per il resto, la necessità di integratori è ritenuta utile solo in casi individuali. Una persona del pubblico ha chiesto se tale opposizione agli integratori non poteva essere considerata un po' datata, ma la dottoressa Mura ha assicurato che, anche dopo la stesura delle raccomandazioni, non ci sono emerse indicazioni diverse in studi clinici e quindi tale posizione è da ritenersi quella scientificamente corroborata.
Come esempi di diete sane, la relatrice ha portato la dieta mediterranea e le diete vegetariane opportunamente bilanciate.
Per quanto riguarda la prima (la relatrice menziona un opuscolo della Lega italiana per la lotta contro i tumori, che dovrebbe essere quello che si può scaricare in pdf qui), la dottoressa Mura ha elencato carboidrati, cereali integrali, pane fatto con acqua, farina e poco sale, legumi, pesce azzurro (da preferire ai pesci di taglia maggiore, che accumulano maggiormente i metalli pesanti), latte, uova, olio extravergine di oliva. Il consumo di carne rossa non dovrebbe avvenire più di due volte alla settimana e quello di salumi non più di una volta alla settimana. La relatrice riferisce che nelle donne che seguono la dieta mediterranea è minore l'incidenza del cancro mammario.
La relatrice sostiene che le diete vegetariane sono state associate a benefici per la salute, ricordando la Position of the Academy of Nutrition and Dietetics: Vegetarian Diets, redatta da Diane Cullum-Dugan e Roman Pawlak, "Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics", 115 : 5 (2015), pp.801-810. Si deve, però, tenere conto che una dieta vegetariana non fornisce vitamina B12 e quindi, se non si hanno batteri intestinali che ne producono a sufficienza, è necessario integrarla in altro modo con prodotti disponibili sul mercato. La dottoressa Mura cita una revisione sistematica (Tao Huang et al., Cardiovascular disease mortality and cancer incidence in vegetarians: a meta-analysis and systematic review , "Annals of nutrition & metabolism", 60 (2012), pp.233-240, in pdf qui) che sostiene che in chi segue una dieta vegetariana l'incidenza del cancro è minore del 18% circa.
Per chi ha avuto una diagnosi di tumore, riferisce la relatrice, valgono le stesse raccomandazioni alimentari, salvo casi specifici. E' comunque consigliato sentire un esperto di nutrizione per equilibrare la dieta e, in qualche caso, fare un programma personalizzato.
Nei pazienti colpiti da tumore si possono verificare due problemi opposti, da una parte un aumento del peso, dall'altro la malnutrizione (che può avere tra le cause gli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia e comprensibili difficoltà psicologiche).
La dottoressa Mura ribadisce che l'obesità è il fattore che maggiormente si associa all'aumento del rischio di tumori. Dice che non si deve pensare a un singolo alimento "magico", ma, invece, a una dieta varia e sana nel suo complesso. Menziona la nutrigenomica, che studia l'azione degli alimenti sui geni, ma ricorda che si tratta di studi complessi, dato che non è semplice isolare il ruolo di un alimento da quello degli altri alimenti che vengono assunti e da quello di fattori non alimentari.

La terza relatrice dell'incontro è Pierluigia Verga, psicologa e psicoterapeuta dell'Associazione centro di riferimento oncologico Tullio Cairoli, che ha parlato del rapporto tra mente e cibo. La scelta del cibo, dice la relatrice, non coinvolge solo il gusto e non si riferisce solo alle proprietà organolettiche: ci sono anche stimoli visivi e legami con episodi passati che possono creare associazioni tra un cibo e una sensazione. L'alimentazione si lega a esperienze personali, all'apprendimento di cognizioni, alle tradizioni e anche, dice la relatrice rifacendosi a una domanda della moderatrice Arianna Augustoni, alla moda. Le tante miracolose diete "salutistiche", chiede la relatrice, non sono forse un po' una moda?

A proposito di diete di moda, tra le domande del pubblico al termine delle relazioni, una si riferiva alla presunta correlazione tra alimentazione e gruppi sanguigni (resa popolare in Italia da Pietro Mozzi). Giuliana Mura ha risposto dicendosi del tutto scettico e sottolineando come non esistano prove a fondamento di tali affermazioni.

Edited by Mah - 28/5/2015, 14:03
 
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Mah
view post Posted on 17/1/2016, 13:21




CITAZIONE (Stefano Pienotti @ 13/1/2016, 18:40) 
Non è un caso che il libro della dieta del gruppo sanguigno del dottor Mozzi sia il più venduto del 2015.

La validità delle affermazioni scientifiche non si valuta da quanti libri vendono.
Un'affermazione inesatta resta inesatta anche se il libro che la propone è il più venduto dell'anno (peraltro, puoi dirci dove risulta che quello di Mozzi sia il libro più venduto del 2015? da alcune fonti (p.e. qui) risulterebbe che il primato annuale sia del libro di Paula Hawkins La ragazza del treno).

CITAZIONE
I suoi consigli alimentari funzionano alla grande e hanno risolto casi estremi, impossibili anche per la Medicina Ufficiale. Sto parlando di malattie ovviamente.

Puoi indicarci studi clinici che dimostri ciò che affermi?
Per quanto ne sappiamo, non esiste nessun caso scientificamente documentato di malattia risolto grazie a una dieta basata sui gruppi sanguigni.

CITAZIONE
per la Medicina Ufficiale

Cosa sarebbe la "Medicina Ufficiale"? E quale sarebbe l'ente che dà "ufficialità" a tale medicina?
Esiste la medicina (senza aggettivi), basata sul metodo scientifico che chiede di dare prove delle affermazioni che vengono fatte. Ciò che dà prova di efficacia è medicina (senza bisogno di aggiungere aggettivi), ciò che non dà prove, semplicemente, non è medicina.
In medicina le prove di efficacia vengono date attraverso gli studi clinici controllati. Quindi torniamo a quanto chiesto sopra: puoi indicarci degli studi clinici che dimostrino l'efficacia della dieta di cui sei un sostenitore?
Più in generale, puoi indicarci un articolo pubblicato su una rivista scientifica che dimostri che c'è un rapporto tra il gruppo sanguigno e il tipo di alimentazione?
 
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3 replies since 21/6/2013, 15:06   213 views
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